ROMA. BINETTI: CITTÀ 100 DELLE UNIVERSITÀ, LO RICORDINO CANDIDATI

(DIRE) Roma, 21 mar. – “Primavera dell’Universita’ alla Sapienza: un’aula stracolme di docenti, di ricercatori. Una scelta di rigore didattico ed accademico che dovrebbe premiare i docenti piu’ attenti alla formazione dei loro studenti e, come e’ ovvio gli studenti piu’ motivati. Ma non sempre e’ cosi'”. Cosi’ commenta Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc). “Il dibattito sulla nuova primavera dell’Universita’ comincia con un lungo panegirico dei nostri ricercatori su scala europea e mondiale: primi per produzione scientifica pro capite e quarti per produzione scientifica per paese. Segno evidente di un vistoso gap tra i talenti dei primi e le carenze delle strutture, dei modelli organizzativi e dell’eccessiva burocratizzazione dei sistemi, che assorbe piu’ energie di quante non aiuti a metterne in gioco. Sono sotto accusa le risorse, vistosamente assottigliate in questi ultimi 10 anni, ma anche il sistema di valutazione con cui sono misurati gli atenei, totalmente concentrato sulla produzione scientifica ma invece distratto, quando non indifferente, davanti alla qualita’ didattica dei docenti. Eppure la mission specifica dell’universita’ e’ proprio la formazione delle giovani leve che dovranno occupare posti di rilievo nella nostra societa’. Una formazione che integri le competenze specifiche delle rispettive facolta’ con una forte sensibilizzazione al bene comune, con un pensiero critico che ne faccia persone libere e responsabili nelle loro scelte e, cosa non indifferente con un o spiccato senso dell’etica pubblica. Eppure i tempi dedicati alla formazione dei giovani, salvo poche lodevoli eccezioni, appaiono residuali nella valutazione delle performance di un docente, a cui si chiede solo di produrre articoli scientifici, cercando di ottenere il maggior numero possibile di citazioni. Anche a prescindere dal valore specifico della ricerca condotta a Roma, citta’ per eccellenza della cultura, se si tiene conto del numero delle sue universita’, che la pongono al primo posto al mondo e del numero elevatissimo di studenti iscritti, la presenza massiccia di giovani con una cultura universitaria di alto profilo, dovrebbe determinare un clima di risveglio intellettuale tra i piu’ vivi del pianeta. E chissa’ che anche di questo obiettivo non si accorgano i candidati ad essere il futuro sindaco di Roma, per lanciare un nuovo primato, non piu’ la citta’ delle buche e degli intrighi, ma la citta’ che ha saputo fare delle sue universita’ un nuovo luogo della cultura di respiro universale per gli scambi e gli intrecci che si creano con la sua popolazione giovanile in perenne movimento. Ma per questo occorre che anche le universita’ facciano piu’ e meglio la loro parte dedicando alla didattica e alla formazione energie piu’ generose”, conclude.