(DIRE) Roma, 9 ott. – “Molte cose buone sono attese con il ddl Lorenzin che approda oggi in Aula. A cominciare dalla chiarezza sui criteri per la sperimentazione clinica nel pieno e assoluto rispetto di quanto previsto dalla Dichiarazione di Helsinki dell’Associazione medica mondiale nel 1964, successivamente ripreso in tutti i documenti successivi a salvaguardia della intrinseca eticita’ di ogni sperimentazione clinica che deve avere come punto di riferimento la vita e la dignita’ del paziente. Ma fortemente attesa e’ anche l’istituzione della professione dell’osteopata e del chiropratico. Sono milioni gli italiani che ricorrono abitualmente alle cure degli osteopati, con risultati generalmente piu’ che soddisfacenti ed era quindi urgente istituire e regolamentare questa professione, garantendo a tutti i pazienti un alto livello di formazione di professionisti che sono gia’ ampiamente riconosciuti in Europa”. Lo afferma l’onorevole Paola BINETTI, UDC, che ha sempre sostenuto gli osteopati presentando anche un specifico ddl per il loro riconoscimento. “Tra i nodi aperti dell’attuale ddl- spiega BINETTI- c’e’ quello che riguarda la formazione specialistica dei neo-laureati in medicina. Laddove la legge parla ulteriori modalita’ attuative per l’inserimento dei medici in formazione specialistica all’interno delle strutture sanitarie inserite nella rete formativa. La specializzazione rappresenta per i giovani medici il naturale completamento dei loro percorso di studi e deve mantenere un chiaro e irrinunciabile ancoraggio all’Universita’. Sia perche’ in universita’ maturano non solo le abilita’ necessarie per il loro esercizio professionale, ma anche quella profonda formazione etica e culturale, indispensabile per l’attivita’ di ricerca, come per altro la stessa legge Lorenzin prevede all’art. 1. Il riordino delle scuole di specializzazione- continua la deputata UDC- non puo’ comportare quanto accaduto quest’anno, per cui di ritardo in ritardo i migliori tra i neolaureati del 2016 hanno perso un anno, in un piano di studi complessivi che ne prevede almeno 10. Non ci nascondiamo che questo ha comportato per lo Stato un risparmio netto di almeno 6.ooo borse non erogate agli aspiranti specializzandi aventi diritto. E il ddl Lorenzin, per giustizia, dovra’ farsi carico che le risorse non investite si traducano nel raddoppio del numero di posti disponibili gia’ da quest’anno. Su questo- termina BINETTI- insisteremo in Aula e in tutti i modi opportuni”