(DIRE) Roma, 23 feb. – “Non c’e’ dubbio che il quadro politico italiano in genere e quello romano in particolare siano afflitti da molti mali di cui appare francamente difficile individuare una possibile terapia. Ma e’ proprio della buona politica non disperare mai e rilanciare nuovi modelli di soluzione anche per problemi che sembrano incancreniti”. Cosi’ la deputata Paola BINETTI, deputata UDC, “romana e romanista”, che continua: “Lo stadio di calcio della Roma a Roma sembra che stia diventano una di quelle storie infinite di cui tutti parlano, ma nessuno conosce i reali confini della questione, a cominciare dal problema principale: si fara’ o non si fara’ lo stadio della Roma? Chi lo fara’ e ne sosterra’ i costi? Dove si fara’ uno stadio che gia’ da ora appare capace di attrarre non solo moltissimi sportivi, ma anche un numero considerevole di gente disposta a servirsi degli impianti sportivi del nuovo stadio e dei relativi servizi?” Continua la centrista: “Ogni giorno c’e’ un diverso balletto di informazioni e contro informazioni, con una enorme attesa per quello che ha sostenuto ieri Grillo: lo stadio si fara’, ma in un luogo diverso, dove non e’ ancora dato di sapere. Questo girotondo di proposte e di mancate risposte sta diventando il simbolo della giunta Raggi, ma i Romani non sono disposti a sopportarlo a lungo. Il simbolo laico di Roma e’ il Colosseo, che resiste da oltre 2000 anni e che rievoca attivita’ sportive, competizioni, feste popolari, nel cuore stesso della citta’ antica. Non a caso il ministro Franceschini se ne sta occupando, per rivitalizzarlo e farne un monumento vivo e non solo una icona di un passato glorioso di Roma capitale. Ma i Romani oltre al fatiscente stadio di Tor di Valle, conoscono perfettamente la storia di quel catafalco, anche lui fatiscente, che si nota uscendo da Roma per recarsi a Napoli”. Binetti continua: “Pensato ed ideato da Calatrava, una delle archistar piu’ celebrate della architettura moderna, giace abbandonato, senza essere terminato, perche’ sembra che gli stanziamenti previsti per questa struttura sportiva si siano velocemente esaurite. Ma a Roma c’a’ anche la Stazione di Farneto, subito dietro all’Olimpico, voluta per alleggerire il traffico della zona nei giorni di partita e mai, ma proprio mai entrata in funzione. Analogamente alla stazione di Vigna Clara, diventata un centro commerciale, senza che nessun treno sia mai passato la’ sotto. Sono questi gli sprechi, e molti altri lavori analoghi, iniziati e mai terminati, che destano lo sdegno dei romani”. Per la parlamentare Udc “il vero spreco delle risorse pubbliche e’ fatto di cose inutili, brutte ed ingombranti, cadute in disuso e molto spesso trasformate in piccoli ghetti in cui si accumulano situazioni di degrado sociale e di rischio concreto per la sicurezza di tutti. In compenso il Colosseo sta li da migliaia di anni, come stanno li vicino le Terne di Caracalla con la loro rete di servizi sportivi e culturali, in cui ci si puo’ ancora emozionare in occasione di certe rappresentazioni liriche. Ma oggi e’ difficile anche solo immaginare di poter programmare lavori di queste dimensioni, con finalita’ specifiche, in tempi prevedibili e con costi accessibili. Ci si limita a parlarne, a giocare con le parole, oggi qui, domani li’, ma senza vera assunzione di responsabilita’. E’ chiaro che le priorita’ dei romani sono altre: traffico, decoro, servizi sociali, sicurezza; ma lo stadio potrebbe essere una importante opportunita’ per creare posti di lavoro, per coinvolgere giovani intelligenze, e ridisegnare lo skyline della citta’, integrando antico e moderno; cultura e sport; servizi sportivi e servizi sociali, giovani e meno giovani Basta essere chiari e trasparenti; competenti e decisi; onesti e sagaci. Si potrebbe fare e presto- conclude- ma chissa’ se la Raggi, ora che gode di un appoggio privilegiato da parte di Grillo, ne e’ la protetta, vorra’ dare almeno qualche timido segnale di concreto interesse per la citta’ che amministra, uscendo dalla spirale dei gossip”.
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