(DIRE) Roma, 29 gen. – “Anche oggi campeggia su tutti i giornali la cronaca degli incontri pre-elettorali in cui il Pd, la vasta area del centro-destra e il M5S si sono interrogati in merito alla prossima convocazione elettorale. In ogni schieramento si scolpiscono posizioni diversa tra i fautori del voto in concomitanza delle amministrative di giugno e i fautori del voto a scadenza naturale della legislatura: il prossimo febbraio. Sono sei i mesi che definiscono la distanza reale tra le due posizione, ma di gran lunga piu’ profonda e’ la distanza politica tra le varie posizioni nei partiti e tra i partiti. Berlusconi appare amareggiato dal fatto che, la sola ipotesi di un suo ritorno in chiave elettorale, scateni l’ondata mediatica dei processi che lo hanno massacrato, come uomo e come politico, facendone spesso la ridicola macchietta di un anziano signore in preda alle sue pulsioni senili. Ma sorprende anche la posizione di Renzi, per altro difficilmente credibile, che lancia l’ipotesi di voler rinunciare a fare il premier, sempre che gli si lasci il potere di fare le liste e di mantenere la regia da dietro le quinte. Per Grillo poi, consapevole degli effetti devastanti del governo Raggi su tutto l’intero schieramento, l’utopia di un M5S onesto e competente sul piano della governance, sembra poter sopravvivere alla conclamata contraddizione dei fatti…”. Lo afferma l’onorevole Paola Binetti, UDC, che continua: “Ieri ho raccontato quel che dicevano gli abitanti delle aree terremotate di Amatrice. Loro denunciavano l’inerzia di una politica troppo concentrata su di se’ e temevano che il balletto sulla data delle future elezioni facesse da potente distrattore rispetto alle loro necessita’. L’ennesima scossa di oggi in quella zona ripropone la necessita’ di mantenere la massima concentrazione sulle popolazioni terremotate, sul loro impoverimento e sulla urgenza della ricostruzione. Urge mettere un freno alla disoccupazione giovanile, alla crisi delle famiglie, ai voucher che hanno inondato, illudendoli inutilmente, tanti giovani; al rischio eutanasia incombente con la futura legge sulle DAT, mille cose che in modo diverso toccano la vita reale della gente.. che non sente l’urgenza del voto ma della soluzione dei suoi problemi, almeno di qualcuno di loro!”.
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