Vulnus da sì a Cirinnà, resterebbe solo via referendum (ANSA) – ROMA, 8 FEB – “La via maestra è l’approvazione di una legge sulle unioni civili che non proponga una riproduzione della famiglia e al contempo rinviare il tema adozioni ad una legge ad hoc, magari con una delega al governo. Di una legge simile c’è bisogno, perché oggi il sistema è cosi complesso da far desistere molti e invogliare alcuni a ricorrere a una pratica disumana di mercimonio di embrioni”. Cosi Gianpiero D’Alia, Presidente dell’Udc, in un’intervista al Giornale di Sicilia. “L’approvazione di una legge nell’attuale testo – spiega D’Alia – creerebbe sicuramente un vulnus: oltre alle conseguenze politiche credo che l’unica strada possibile a quel punto sia un referendum per la sua abolizione. Noi siamo a favore di una legge sulle unioni civili che riconosca diritti e doveri che legano relazioni affettive diverse dal matrimonio: ma proprio perché si tratta di relazioni affettive a sé stanti, devono essere regolate giuridicamente in maniera diversa dalla famiglia, conformemente al dettato della Costituzione”. “La problematica della stepchild adoption – dice ancora D’Alia – ha due sfaccettature: la prima è la questione dell’adozione da parte di coppie gay, la seconda è il rischio di legittimare la pratica dell’utero in affitto, sicuramente vietata in Italia dalla legge 40 ma non negli ordinamenti di altri Paesi, con il rischio di dare vita a situazioni di fatto che costringerebbero i giudici a riconoscerle”. “Ricordo – aggiunge – che non esiste un diritto di nessuna coppia ad adottare, esiste invece il dovere della tutela del minore, che è l’obiettivo della legislazione sulle adozioni. Eventuali situazioni eccezionali costituiscono condizioni particolari che non devono segnare la regola e quindi vanno trattate con carattere di eccezionalità, in una legge di riordino del sistema delle adozioni che oggi ha più di 30 anni”. “Oggi – conclude il Presidente Udc – ci sono le condizioni per affrontare con maggiore serenità la questione: lo stesso Grillo ha colto che la stragrande maggioranza degli italiani sono favorevoli alle unioni civili, ma non a equipararle alla famiglia e a permettere le adozioni”. (ANSA).