Università: Binetti (Udc), in arrivo documento Miur su trasparenza e merito

(DIRE) Roma, 20 ott. – “Il Miur risponde alla mia interpellanza sulla necessita’ di implementare la qualita’ della formazione universitaria anche attraverso iniziative di reclutamento docenti piu’ trasparenti e piu’ meritocratiche, annunciando un documento, a cui hanno lavorato intensamente la CRUI, il CUN il Consiglio nazionale studenti, la Conferenza dei Direttori amministrativi, e l’Anac. Obiettivo del documento, nelle parole del sottosegretario Toccafondi che ha risposto all’interpellanza e’ quello di garantire prima di tutto quella trasparenza che renda praticamente impossibile il verificarsi di sistematici accordi corruttivi tra docenti, come invece e’ accaduto recentemente in alcuni settori scientifico disciplinari. La lotta sembra quindi una lotta dichiarata a quella corruzione che blocca la vita e la progressione di carriera accademica in giovani onesti e meritevoli. Si tratta spesso dei migliori ricercatori, potenziali docenti, in cui si genera quella profonda insoddisfazione che in alcuni casi potrebbe sfociare in un cinismo aspro ed amaro. Il Ministro sembra quindi muoversi nella direzione giusta, per quanto riguarda la rimozione delle varie forme di corruzione; ma se questa e’ una condizione necessaria, pur tuttavia non e’ sufficiente da sola ad assicurare all’universita’ quel rinnovamento complessivo di cui il sistema Paese ha bisogno.” Lo afferma l’onorevole Paola BINETTI, UDC, che continua: “Le universita’ italiane, come confermano recenti dati Ocse, sono all’ultimo posto in Europa per tre ragioni: laureano meno studenti, laureano con tempi molto piu’ lunghi e poi assistono impotenti davanti alla collocazione professionale di questi giovani laureati in posizioni che spesso nulla hanno a che vedere con le competenze acquisite. C’e’ qualcosa che non funziona nel sistema socio-culturale italiano, soprattutto se si tiene conto che spesso i nostri giovani laureati quando migrano all’estero si guadagnano in tempi brevi posizioni prestigiose e ben remunerate. Manca qualcosa di sostanziale nel complesso ingranaggio che collega studio e lavoro e che sembra mortificare soprattutto i migliori tra i giovani laureati che non trovano in Italia le condizioni adatte ad una loro progressione scientifica, accademica e professionale. Il sistema premiante delle nostre universita’, ma anche quello dell’intera societa’ sembra inceppato a tutto vantaggio dell’istituto della raccomandazione e a scapito della meritocrazia, che tutti vorremmo e che ben pochi trovano. Occorre ripartire da questo binomio: meritocrazia e trasparenza se si vuole davvero innescare un processo di cambiamento virtuoso che restituisca al Paese la dignita’ che in tempi passati ha avuto proprio sotto il profilo universitario ed accademico.” (Com/Rai/ Dire)