Università: Binetti (Udc), populismo a cinquestelle in sala accademica

(DIRE) Roma, 2 ott. – “Il populismo a Cinquestelle e’ sempre piu’ diffuso e invasivo, con tutti i pericoli che trascina con se’. L’ultimo attacco e’ all’Universita’ e al rigore degli studi universitari: si comincia con l’abolizione del valore legale dei titoli di studi, si prosegue con l’abolizione del voto di laurea nella partecipazione ai concorsi pubblici e infine si passa all’abolizione del numero chiuso a medicina. Insomma tutto il sistema delle regole, che indubbiamente puo’ essere aggiornato, nella prospettiva a Cinquestelle sara’ abolito, a favore di una logica del fai da te, che imporra’ al sistema Paese costi assai piu’ elevati di quanto non faccia la gia’ drammatica legge di bilancio”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che continua: “Eppure se il problema fosse reale, le soluzioni ragionevoli potrebbero essere facilmente individuate, per esempio riducendo la precarizzazione dei giovani medici. Nel Policlinico di Milano la Direzione Scientifica ha ritenuto che solo 26 dei 348 precari che lavorano quotidianamente (da oltre vent’anni) sia nell’ambito della ricerca che in quello assistenziale, sono in possesso dei ‘requisiti” che porrebbe fine ad un calvario professionale che dura da oltre 20 anni”. La parlamentare centrista spiega: “Una norma approvata lo scorso anno: La legge 205 Art. 1 commi 422 e 434 consentirebbe la loro stabilizzazione mediante contratto a tempo determinato per almeno 10 anni, 5 anni piu’ 5 rinnovabili. Non ci mancano medici, ci mancano contratti di assunzione per i medici che attualmente lavorano ancora con contratti del tipo Co.Co.Co., che nel 2019 non saranno piu’ in vigore” BINETTI incalza: “Il tema del lavoro deve tornare al centro del dibattito sul numero chiuso all’universita’, e’ quanto chiede anche il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti, ricordando che la priorita’ deve essere quella di collegare strettamente l’accesso al corso di laurea con le specializzazioni, facendo in modo che chi comincia a studiare medicina abbia la certezza di poter poi completare il ciclo diventando specialista nelle discipline tradizionali o in medicina generale. Abbiamo bisogno di medici specializzati e ben preparati, con un iter formativo che e’ tra i piu’ lunghi di tutta l’Universita’: non sono mai, ma proprio mai, meno di 10 anni. Ma dopo- osserva la senatrice- dobbiamo mettere questi giovani medici specializzati in condizione di poter esercitare il loro lavoro con la massima dignita’ possibili, assumendosi tutte le responsabilita’ del loro ruolo, senza imporre loro altri 10 e piu’ anni di precariato. Laureare piu’ medici, senza vincoli numerici di nessun tipo, e non offrire loro concrete opportunita’ di lavoro professionale e’ la peggiore frode ai loro danni. Una illusione populista che non fa leva sulla qualita’ della formazione e quindi sulla qualita’ dell’assistenza, ma su di un consenso a basso costo certamente ben poco informato. Al populismo a Cinquestelle- conclude- stiamo rispondendo con un importante convegno a cui hanno gia’ dato la loro adesione molti rettori e a cui speriamo che partecipino i presidi delle facolta’ di medicina e i direttori delle scuole di specializzazione, ma anche e soprattutto moltissimi dei giovani medici”. (Com/Tar/ Dire) 11:19 02-10-18 NNNN