Università: Binetti,ok scuole specializzazione ma migliorare

(ANSA) – ROMA, 1 AGO – “Questa volta sembra che nonostante i campanelli d’allarme della vigilia, o forse proprio per questo, le cose siano andate meglio per il concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina. Almeno per quanto attiene alle modalità di svolgimento delle prove. Una logistica studiata meglio, più controlli da parte del personale addetto alla sorveglianza, maggiore consapevolezza da parte dei candidati e certamente un’esperienza più concreta della complessità della gestione delle prove. Dobbiamo darne atto al Miur, al Cineca, ai rettori delle sedi di concorso, e soprattutto ai partecipanti, che hanno saputo controllare meglio le proprie ansie, evitando il ricorso a trucchi e sotterfugi indegni di una competizione difficile, ma leale”. Lo afferma Paola Binetti, deputato del Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc). “E’ l’auspicio che rinnoviamo ogni volta che sulle iniziative intraprese si accumulano tensioni e malumori, come accadde l’anno scorso in una circostanza analoga. Sembrava prevalere la diffidenza e il sospetto che i giochi venissero fatti in altra sede; che i privilegi mortificassero il merito – continua – E chiaramente l’onda lunga dei ricorsi ha tenuto in sospeso moltissime situazioni che si sono risolte dopo almeno sei mesi, con una perdita secca del tempo di studio e di formazione e con un costo indiretto molto pesante. Quest’anno è andata meglio, perché il Miur dopo aver constatato l’andamento complessivo delle prove ha fatto dichiarazioni molto concrete in tal senso; è andata meglio perché lo riconoscono i partecipanti, le associazioni i giovani medici, anche quelli che non sono certi di poter rientrare tra i vincitori”. “In un momento in cui l’indice della disoccupazione giovanile continua drammaticamente a salire, – conclude – il Miur rende disponibili 6.300 contratti di lavoro per almeno 4-5 anni per giovani laureati che superano un concorso pubblico e si conquistano un posto di lavoro in cui potranno completare la loro formazione, integrando lo sviluppo di competenze pratiche, le abilità specifiche proprie di ogni specializzazione, e la formazione culturale indispensabile per fare un buon ragionamento clinico. I migliori tagli alla sanità si fanno formando meglio i medici, anche sotto il profilo della farmaco-economia, innestando nei modelli organizzativi irrigiditi da una prassi obsoleta, un nuovo modo di utilizzare le nuove tecnologie e soprattutto riscoprendo il valore della relazione medico-paziente, unico antidoto sicuro alla medicina difensiva”. (ANSA).