Violenza donne: Binetti (Udc), il “no” cominci in sala parto

(DIRE) Roma, 21 set. – “La violenza sulle donne assume ogni giorno di piu’ aspetti inquietanti. La notizia shock di oggi riguarda i maltrattamenti subiti dalle donne in sala parto, sia in forma verbale che non verbale e che indicono a porre anche questo fatto tra quelli che a livello emotivo dissuadono le donne dall’aver altri figli. In altri termini alla base del calo demografico, che vede un indice di natalita’ in Italia che non supera l’1, 3 ci sarebbe anche una sorta di blocco emotivo legato alla memoria delle violenze subite in occasione del primo parto. Non e’ certamente la prima causa dell’inversione della piramide demografica, ma non e’ affatto da sottovalutare. Come e’ ovvio i ginecologi dicono chiaramente No ad allarmismi, ma invitano a riflettere sull’importanza del dialogo con le pazienti e sui requisiti che dovrebbero avere le strutture preposte al parto. Ma cio’ che oggi sciocca profondamente e’ la capillarita’ della violenza che si esercita sulle donne, soprattutto in rapporto all’esiguita’ delle pene inferte a chi esercita questa violenza”. Lo afferma Paola Binetti, deputata UDC. “Questa legislatura- ricorda Binetti- e’ iniziata con una serie di misure di forte contrasto alla violenza sulle donne, grazie anche all’impegno tenace e convinto della Presidente Boldrini. Ci sono state mozioni contro la violenza alle donne approvate all’unanimita’ e altrettanto e’ avvenuto con la legge contro il femminicidio. L’intergruppo, che sta lavorando su questo tema, quasi tutto femminile, presieduto dalla stessa Boldrini, ha elaborato documenti di denuncia forti e chiari. Ma sembra che la violenza sulle donne non accenni affatto a diminuire. Forse l’apparto sanzionatorio e’ troppo debole, sia per intensita’ di pena che per carenza assoluta di tempestivita’. Chi commette violenza su di una donna, dallo stupro all’omicidio, in realta’ non ha paura delle conseguenze del suo gesto; pensa comunque di cavarsela con poco e i minorenni forse pensano addirittura di farla franca”. Secondo Binetti, “c’e’ in molte delle colleghe parlamentari uno stato d’animo che oscilla tra la sensazione di impotenza e la rabbia, lucida, determinata a dire a voce alta un No, un basta molto piu’ incisivo, ricorrendo se necessario in tempi brevi ad un decreto d’urgenza. Ma c’e’ anche chi si appella al lavoro di formazione che le scuole dovrebbero affrontare partendo da quel famoso comma 16 dell’articolo 1 sulla Buona scuola. Sempre che il Ministro Fedeli riesca ad imprimergli la giusta direzione nell’ottica della educazione alla cittadinanza, alla convivenza, al rispetto reciproco tra bambini e bambine, tra ragazzi e ragazze, cominciando dai banchi di scuola”, termina Binetti.