Violenza Donne: Binetti (Udc), stop alibi, si a pari dignità, no a pubblicità strumentale, volgarità parole, ricatto professionale

(DIRE) Roma, 24 nov. – Stop agli alibi. In occasione della vigilia della giornata contro qualsiasi forma di violenza alle donne, “e’ giusto fare una riflessione che non consenta piu’ deroghe di nessun tipo. In questi giorni siamo stati sommersi dalle denunce per violenza sessuale, spesso sotto forma di vero e proprio ricatto, in cui erano in gioco lavoro professionale e identita’ personale di tante donne, impegnate in settori diversi”. Lo spiega Paola Binetti, deputato UDC. “Se ne e’ parlato nel consueto incontro con i giovani di Etica& Democrazia- racconta la deputata- abbiamo sentito i commenti di chi scagliava anatemi contro i seduttori aggressivi e potenti, ma abbiamo sentito anche il vento di chi poneva in dubbio, o almeno in discussione il senso e il significato di violenze denunciate a distanza di anni”. Quel che e’ certo, secondo Binetti, “e’ che l’universo femminile e’ apparso ancora una volta schiacciato dalla prepotenza maschile. Il potere del maschio, spesso particolarmente inquietante sul piano professionale, detta la linea sul corpo delle donne fino a far sentire le donne in bilico tra la vergogna, che come vittime non dovrebbero affatto sentire, e il timore di essere ulteriormente danneggiate. Ricattate, umiliate, lasciate sole e spinte a relegare in fondo al cuore e alla memoria la violenza subita. La riflessione di oggi appare come la nuova questione femminile: la dipendenza dal maschile da un lato e la scarsa solidarieta’ femminile dall’altro. Non una alternativa, ma un binomio schiacciante, che puo’ indurre a conservare il segreto della violenza subita, impedendo di elaborarla adeguatamente”. In questa legislatura, ricorda la deputata UDC, “ci sono state leggi, mozioni, emendamenti, ma ogni giorno si aggiungono fatti, vecchi e nuovi, di storie di violenze. In preparazione alla giornata contro la violenza della donna, in ogni famiglia, in ogni luogo di lavoro, in ogni contesto sociale, si dovrebbe ripartire da quel principio di pari dignita’ che il maschile e il femminile hanno nella storia della nostra societa’, con la loro evidente complementarieta’ e la loro interdipendenza. Per questo cominciamo col dire di no a tanta scadente pubblicita’; a tante volgari allusioni, ad un linguaggio sessista e umiliante per le donna; all’uso di metafore sgradevoli che infarciscono come un intercalare tante trasmissioni radiofoniche e televisive; alla strumentalizzazione del corpo femminile pe vendere di tutto e di piu’, a cominciare dalla sua immagine, ridotta a puro oggetto di piacere, maschile”, termina.